Albergo o appartamento? Booking.com o Airbnb?
Sono le domande che ci poniamo quando organizziamo la nostra vacanza.
Certo è che AIRBNB e HOMEAWAY nel 2014 hanno registrato una crescita a doppia cifra.
Il 2014 in effetti è stato l’anno del boom della sharing economy ma la crescita del settore non sembra destinata ad arrestarsi.
Su portali come Airbnb e Homeaway chiunque può mettere in affitto una stanza, una appartamento intero, una stanza priavata o una stanza condivisa per le vacanze.
La ricerca delle case/appartamenti è facile, si possono inserire filtri come la fascia di prezzo, le dimensioni, i servizi inclusi, il tutto concentrandosi sulla zona di interesse.
La scheda della casa è corredata di foto e descrizioni, nonchè della presentazione dell’HOST, cioè del proprietario della casa, con il quale si può comunicare in qualsiasi momento per ogni necessità.
Naturalmente, anche se i prezzi sono molto variegati, mediamente in appartamento si spende meno che in hotel, anche perchè non viene applicata la tassa di soggiorno che in alcune città è davvero priobitiva, e nemmeno le tasse, che ad esempio negli USA sono sempre escluse dal preventivo si pagano in loco al checkout (e incidono all’incirca del 15 % sull’importo totale).
Allora, come ci difendiamo? Perchè un viaggiatore dovrebbe scegliere l’albergo?
6 consigli per farsi preferire ad Airbnb
1. Spesso se un Ospite intende affittare un appartamento su Airbnb il pagamento del 100 % dell’importo avviene al momento dell’accettazione della prenotazione. Può essere quindi strategico evidenziare bene che al momento della prenotazione della camera nel nostro hotel non sarà addebitato nulla, e che ciò avverà solo al checkout.
2. Gli utenti di Airbnb devono fare attenzione alla dicitura “essentials not included“.
Significa che saranno costretti a portarsi da casa lenzuola e asciugamani, bagnoschiuma e carta igienica. Non proprio comodissimo, specialmente se si viaggia in aereo…. Quindi, o ci si accerta che gli essentials siano inclusi, oppure meglio scegliere l’albergo.
Pertanto, nella descrizione della camera dell’hotel, scriviamo sempre tutto ciò che è incluso.
3. Quando si affitta un appartamento su Airbnb, può succedere che non si incontri mai il proprietario della casa (l’Host). Infatti spesso si prendono accordi via mail su come entrare in possesso delle chiavi al checkin, e dove lasciarle a vacanza finita.
Questa soluzione quindi finisce per essere molto impersonale, manca una persona di riferimento a cui chiedere un’informazione su dove mangiare, o come si regola il getto della doccia, o come si spegne l’aria condizionata, o che ci chiami un taxi.
Non dimentichiamo quindi di sottolineare sul sito, sui social, via mail e per telefono il calore dell’accoglienza del nostro hotel, dando un nome e un volto alla figura di rifermento per l’Ospite, che a fronte della sicurezza della sollecitudine mostrata nei suoi confronti è spesso disposto a spendere qualcosa in più per stare in albergo;-)
4. Spesso chi si rivolge a Airbnb lo fa perché cerca qualcosa di nuovo e di diverso, non vuole la solita camera d’albergo.
Per intercettare questo tipo di viaggiatore bisogna distinguersi, curare il design e i servizi del proprio hotel in modo da allontanarsi il può possibile dall’ordinario.
5. Le cancellation policy di Airbnb sono spesso molto restrittive, specie nelle grandi città o nelle località molto richieste.
Se puntassimo sulla cancellazione gratuita e la mettessimo bene in evidenza sul nostro booking engine e sulle OTA, convinceremmo diversi viaggiatori a prenotare l’hotel al posto dell’appartamento.
6. Prendiamo ad esempio l’organizzazione di un viaggio a New York. In una metropoli, si sa, si sta fuori tutto il giorno, quindi una pensione completa è fuori discussione.
Sarebbe bello però poter fare colazione senza dover uscire, ma spesso anche negli hotels è esclusa. Per convincere il viaggiatore a prenotare basterebbe, a volte, specificare che la colazione (magari descritta in modo invitante) è inclusa, dato che invece se si alloggia in appartamento bisogna sempre arrangiarsi da sè.